Il Decreto Industria 5.0 offre nuove opportunità per le aziende che vogliono investire in innovazione e ottimizzazione energetica. Grazie a incentivi sotto forma di credito d’imposta, le imprese possono modernizzare i loro impianti e dotarsi di tecnologie avanzate, come bruciatori industriali multicombustibile in grado di ridurre i costi energetici e integrare fonti green, contribuendo a un modello industriale più sostenibile e conforme alle normative ambientali più stringenti.
INDICE DEI CONTENUTI:
- Cosa prevede il Decreto Industria 5.0
- Combustione efficiente e riduzione delle emissioni: tutto parte dal bruciatore
- Bruciatori poli-combustibili: sì (anche) alle rinnovabili
Cosa prevede il Decreto Industria 5.0
Da qualche mese sono ufficialmente operativi gli incentivi del piano Transizione 5.0 (conosciuto anche con il nome di Industria 5.0).
6,3 miliardi di euro messi a disposizione delle industrie per incentivare ed enfatizzare pratiche industriali che ottimizzino l'uso delle risorse energetiche e riducano le emissioni di CO₂, integrando l'efficientamento energetico all'interno dei processi produttivi.
In questo scenario, l'adozione di tecnologie avanzate non è solo orientata alla produttività, ma anche alla creazione di un modello industriale più sostenibile e resiliente, capace di rispondere alle sfide ambientali globali.
Ma che cos'è Industria 5.0?
Industria 5.0 introduce un'agevolazione fiscale particolarmente vantaggiosa per le aziende che desiderano investire in innovazione tecnologica e in efficientamento energetico. L'incentivo viene riconosciuto sotto forma di credito d'imposta e consente di ridurre l'imposta sugli utili attraverso il meccanismo della compensazione, con un'aliquota che può raggiungere il 45%.
L'agevolazione si applica ai beni strumentali, materiali e immateriali, contemplati dal piano Industria 4.0, considerati interventi "trainanti" (secondo quanto riportato negli Allegati A e B della Legge 232/2016), a condizione che venga conseguita una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% per l'intera unità produttiva o del 5% se limitata al processo specifico oggetto dell'investimento. Tale riduzione deve essere supportata da relazioni tecniche asseverate sia nella fase preliminare che successivamente all'intervento.
Secondo quanto disposto dall’art. 9 del DM “Transizione 5.0”,
la riduzione dei consumi energetici conseguibile dalla struttura produttiva ovvero dal processo interessato dagli investimenti, da esprimere in tonnellate equivalenti di petrolio (tep), è determinata confrontando la stima dei consumi energetici annuali conseguibili per il tramite degli investimenti complessivi in beni materiali e immateriali nuovi di cui agli allegati A e B alla legge 11 dicembre 2016, n. 232 (situazione ex post), con i consumi energetici registrati nell’esercizio precedente a quello di avvio del progetto di innovazione (situazione ex ante), relativamente alla struttura produttiva o al processo interessato dall’investimento.
È utile ricordare che i beni materiali elencati nell'Allegato A includono dispositivi e sistemi progettati per favorire la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese (ad esempio macchine utensili, sistemi di controllo, motori, ecc.). I beni immateriali dell'Allegato B, invece, comprendono software dedicati al monitoraggio continuo dei consumi energetici e dell'energia autoprodotta, o che abilitano meccanismi di efficienza energetica attraverso l'analisi dei dati raccolti dai sensori IoT.
Oltre agli interventi trainanti, se vengono raggiunti gli obiettivi di risparmio energetico previsti, è possibile includere nelle agevolazioni anche le spese per la formazione del personale e gli investimenti in impianti per la produzione di energia rinnovabile destinata all'autoconsumo (interventi "trainati").
Il credito d'imposta è applicabile ai progetti avviati a partire dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025, con la possibilità di completare la documentazione necessaria entro il 28 febbraio 2026.
Chi può richiedere l'incentivo
Tutte le imprese con sede in Italia, incluse le organizzazioni stabili sul territorio, possono accedere al credito d’imposta di Industria 5.0 per investimenti in innovazione e miglioramento dell'efficienza energetica. Non ci sono restrizioni legate alla forma giuridica, alla dimensione aziendale, al settore o al regime fiscale, a condizione che vengano rispettati gli obblighi previdenziali, assistenziali e di sicurezza sul lavoro, e che l’impresa non si trovi in liquidazione o fallimento. È possibile richiedere il beneficio per uno o più progetti di innovazione riguardanti diverse strutture produttive dello stesso soggetto.
La misura è compatibile con altre agevolazioni finanziate dallo Stato, ad eccezione del credito d’imposta Transizione 4.0 (in quanto gli investimenti sono già inclusi nel piano Industria 5.0) e del credito per investimenti nelle Zone Economiche Speciali (ZES) e nelle Zone Logistiche Speciali (ZLS).
Combustione efficiente e riduzione delle emissioni: tutto parte dal bruciatore
Per soddisfare i requisiti previsti dall'agevolazione Industria 5.0, le industrie devono quindi adottare un approccio integrato che coinvolga tecnologie avanzate, efficienza energetica e l'uso di fonti rinnovabili.
Le soluzioni devono mirare non solo a migliorare l’efficienza dei processi produttivi, ma anche a ridurre l’impatto ambientale, abbassando le emissioni di CO₂ e di altri gas inquinanti.
Una delle strategie più efficaci è l'implementazione di sistemi di combustione avanzati e l'ottimizzazione dei bruciatori industriali.
La regolazione del rapporto aria-combustibile, ad esempio, è fondamentale per assicurare una combustione completa, riducendo gli sprechi energetici e limitando le emissioni inquinanti. Per fare ciò è possibile installare sistemi di regolazione automatizzati che consentono di monitorare in tempo reale le condizioni operative, intervenendo in modo tempestivo per mantenere l'efficienza al massimo. Inoltre, tecnologie avanzate come i bruciatori modulanti e i sensori per l'analisi dei gas di scarico permettono di ridurre il consumo di combustibile, migliorando sia le prestazioni che la sostenibilità dell’impianto.
Anche l'uso di bruciatori modulanti può contribuire a ottimizzare l'efficienza nel controllo della combustione. Grazie a un dispositivo regolatore che sorveglia costantemente l'ambiente interno del generatore, è possibile assicurare una maggiore efficienza all'impianto, mantenendo sempre costante la temperatura o la pressione (grazie a un sensore interno) e diminuire la temperatura dei gas di scarico, a tutto vantaggio dell'ambiente.
Bruciatori poli-combustibili: sì (anche) alle rinnovabili
Il settore industriale può inoltre trarre vantaggio dall'uso di combustibili rinnovabili come il biogas, anche in combinazione con altri combustibili "tradizionali".
Esistono in commercio caldaie industriali che funzionano con più combustibili (da 2 a 4, anche combinati in miscela fissa o variabile) che permettono di alternare la fonte di energia utilizzata, scegliendo il combustibile più economico o disponibile in quel momento. Ciò contribuisce a ridurre i costi energetici, senza andare a intaccare la continuità dei processi produttivi.
Scopri qui come funzionano le caldaie industriali a più combustibili.
E non solo.
Questi impianti funzionano anche con combustibili green (anche autoprodotti), permettendo così di diminuire l'impatto ambientale, migliorare la reputazione aziendale e garantire la conformità alle normative ambientali più rigorose.
Proprio per questo gli impianti che permettono di usare fonti rinnovabili (biogas e biocombustibili) come energia primaria rientrano a pieno titolo tra gli interventi agevolati dal decreto Industria 5.0.
Scopri quali sono i combustibili alternativi e come sfruttarli nella tua industria.