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Bruciatori Green Fuel Ready: tecnologia pronta per il futuro dell'industria

27 settembre, 2022

La stretta sulla fornitura del combustibile gassoso proveniente dalla Russia ha costretto molte aziende a rivedere i propri piani di approvvigionamento e a orientarsi su scelte oculate nella diversificazione, per quanto riguarda i combustibili da utilizzare per le fasi di processo e il riscaldamento industriale. Per questo sono per esempio aumentate le richieste di bruciatori bifuel, cioè predisposti per alimentare alternativamente due diversi combustibili (generalmente gasolio + metano). Tuttavia il gasolio non è l'unica alternativa.

Oli di origine vegetale sono sempre stati presenti sul mercato commercializzati come combustibili liquidi biologici.

In assenza di un quadro normativo, che definisca delle classificazioni in base a caratteristiche chimico-fisiche conformi e ripetibili, tali oli sono sempre stati considerati dei combustibili speciali. Per il loro utilizzo, i bruciatori dovevano ricevere dotazioni particolari, studiati ad hoc e non di serie.

Il futuro porterà la commercializzazione di nuovi combustibili liquidi, derivanti dall’idrogenazione di oli vegetali, che soddisfano i requisiti di norme recentemente rilasciate e/o aggiornate. Ciò vale loro la definizione come Green Fuels.

Scopo dell’utilizzo dei Green Fuels è quello di generare un ciclo chiuso del carbonio (carbon neutral) che sia al contempo rispettoso del clima, limitando al massimo le emissioni di CO2 come gas serra. Tale bilancio è tanto più sostenibile, quanto meno energia/CO2 dovrà svilupparsi per avviare e sostenere il ciclo chiuso del carbonio.

Noi di Weishaupt siamo già pronti e disponiamo di bruciatori con dotazioni, di serie o opzionali, capaci di funzionare anche con questi nuovi combustibili: siamo “Green Fuels Ready”.

Il marchio Green Fuel Ready riguarda, al momento, esclusivamente i dispositivi che bruciano, trattano o trasportano gasolio di tipo EL (Extra Light).

INDICE DEI CONTENUTI:


 

 

Cosa sono i "combustibili verdi"

Da decenni ormai il mercato propone oli vegetali da destinare all’impiego sui bruciatori. Ma attenzione: che dalla combustione si libera energia termica non è una condizione sufficiente per poter utilizzare un olio vegetale puro negli impianti di combustione o come carburante.

Gli oli vegetali richiedono un’attenta verifica delle caratteristiche chimico-fisiche come p. es. la loro corrosività, avendo comportamento acido nell’interazione con i materiali con cui vengono a contatto. E’ necessario quindi fare delle analisi specifiche dell’olio vegetale per valutare la resistenza/durata attendibile dei componenti costituenti o a corredo dei bruciatori con cui si vorrà alimentare e controllare una combustione. Senza riferimento normativo, inoltre, tali verifiche bisognerà farle per ogni singola partita di olio vegetale acquistata che, pur avendo la stessa origine vegetale, quasi sempre avrà caratteristiche chimico-fisiche differenti dalle altre partite acquistate in precedenza, causa le differenti provenienze e la limitata resistenza degli oli vegetali all’ambiente di stoccaggio come temperatura, all’ossidazione e agenti batterici.

Parlando di Green Fuels, invece, ecco quali sono le quattro varianti di oli (miscelati o puri):

Definizione

Descrizione

Nome alternativo

Norma

GF-M

Miscela di oli minerali e paraffinici

HEL A

DIN (SPEC) 51603-6

GF-P

Olio paraffinico

HEL P

DIN/TS 51603-8

GF-B30

Miscela di oli minerali e paraffinici

HEL B

DIN (SPEC) 51603-6

GF-B100

Olio esterificato

FAME

DIN EN 14214

Diversamente dagli oli vegetali, i cosiddetti Green Fuels oltre a non essere corrosivi, o lo sono molto limitatamente, sono classificati all’interno di un quadro normativo per cui ogni lotto di combustibile acquistato deve sempre avere le stesse caratteristiche chimico-fisiche dettate dalla norma di riferimento.

Di questo argomento parleremo nel Webinar:
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L'etichetta Green Fuel Ready

Ed è su questo fondamento che poggiano i Green Fuels e nasce il marchio Green Fuels Ready:

Immagine1

“Fino a 100% carbon neutral” sta a indicare che l’impiego di combustibili al 100% rinnovabili, come p.es. le paraffine e FAME, non alterano il bilancio netto in atmosfera della CO2 per la trasformazione in energia tra “prima” e “dopo” il loro impiego.

 

 

L'etichetta "Green Fuels Ready" è stata creata dalla Federazione Tedesca dell'Industria del Riscaldamento (BDH) in collaborazione con en2x - Economic Association Fuels and Energy e i costruttori di caldaie a condensazione, serbatoi e accessori per il sistema di riscaldamento, con un chiaro obiettivo:

Chi adesso quando acquista prodotti come sistemi di riscaldamento, serbatoi e accessori per sistemi di distribuzione del gasolio, si accerta che questi riportino la nuova etichetta, può sentirsi rassicurato che sono adatti ai combustibili liquidi neutri dal punto di vista delle emissioni di gas serra (="Green Fuels") ed alle miscele degli stessi con combustibili liquidi fossili secondo DIN 51603.

Perché dopo un investimento a 4 o 5 cifre, nessuno vorrà rimanere con la sensazione che un altro prodotto sarebbe stata una scelta migliore. Soprattutto nel caso di investimenti a lungo termine, la sicurezza futura gioca un ruolo importante.

 

Bruciatori Weishaupt: tecnologia a prova di futuro

Se devi acquistare un nuovo bruciatore, chiediti quindi se il prodotto è Green Fuels Ready.

Anche se i nuovi Green Fuels non sono ancora disponibili come standard nei listini dei commercianti di combustibili, disponiamo già della tecnologia per l'utilizzo di queste nuove fonti di energia rinnovabile.

I ns. bruciatori industriali possono bruciare combustibili gassosi oppure liquidi (oli). Per l’utilizzo di Green Fuels, però, i bruciatori potrebbero necessitare di qualche accorgimento per incrementare l’affidabilità del sistema di alimentazione e del controllo della combustione.

Ecco perché il gruppo Ricerca e Sviluppo Weishaupt sta lavorando per creare prodotti standard già in grado di bruciare i nuovi combustibili che verranno approvati e si è messo in moto con una serie di verifiche e controlli. 

Alcuni modelli hanno già ottenuto l'ok e sono dotati dell'etichetta Green Fuels Ready: i nuovi bruciatori W30-40, WM 10-50 e tutta la serie dei monoblocco WK, ad esempio, saranno idonei a bruciare Bio30 (combustibile liquido con 30% di materia di origine biologica) e oli paraffinici già dal 2023, con le dotazioni standard.

Per altri modelli, invece, sarà necessario adottare delle dotazioni speciali a seconda del combustibile utilizzato, per assicurarne la perfetta eseguibilità. 

 

Come scegliere un bruciatore sostenibile?

Chiedi quindi al produttore o al fornitore se il bruciatore che stai per acquistare è Green Fuels Ready.

Se la risposta è No, quel prodotto potrebbe poi non essere adeguato per ciò che il mercato offrirà in futuro.

Se invece la risposta è Sì potrai valutare anche le altre caratteristiche e scegliere il prodotto che meglio di adatta al tuo impianto.

Se devi acquistare un nuovo bruciatore, chiediti quindi se oltre alla possibilità di diversificare il combustibile, in vista dell’ingresso sul mercato dei Green Fuel, questo soddisfa anche il requisito di efficienza e affidabilità, come i bruciatori Weishaupt.

Ecco alcuni approfondimenti che possono aiutarti a orientarti nella scelta:

Weishaupt si è già adeguata al futuro.

 

Carburanti e combustibili sostenibili: la produzione è già realtà

Ecco perché sentiremo sempre più spesso parlare di "combustibili verdi", o Green Fuels.

Tra i settori più inquinanti, per quanto riguarda le emissioni dovute alla combustione di carburanti fossili, c'è sicuramente il trasporto aereo. Motivo per cui è proprio da qui che è partito l'utilizzo di combustibili "verdi" cioè sostenibili.

Eni ha attivato negli ultimi anni siti dedicati alla produzione di carburanti sostenibili alternativi per l’aviazione (Sustainable Aviation Fuel o SAF), prodotti esclusivamente da scarti e residui, in linea con la decisione strategica di non utilizzare olio di palma dal 2023.

Il cosiddetto biojet prodotto nella raffineria Eni a Taranto ha una quota allo 0,5% di HUCO (oli vegetali usati e di frittura), che anticipa la quota del 2% di componente bio proposto nell’ambito del pacchetto UE ‘Fit For 55’. Si tratta di un primo passo, che conferma il percorso di decarbonizzazione di tutti i prodotti e processi Eni al 2050 e per tutti i settori coinvolti, compresi quelli più sfidanti, quali aviazione, mezzi pesanti e marina.

La crescita continuerà con l’avvio nel 2024 della produzione di “Eni Biojet” nella bioraffineria di Gela, dove è già in corso di realizzazione un progetto che consentirà l’immissione sul mercato di ulteriori 150 mila tonnellate/anno di SAF al 100% da materie prime rinnovabili, in grado di soddisfare il potenziale obbligo del mercato italiano per il 2025.

Qui puoi consultare il documento completo, con tutti i dettagli.

Eni ritiene infatti i biocarburanti la principale soluzione percorribile per la riduzione delle emissioni del trasporto marittimo e aereo. E lo ha rimarcato anche durante l'ultima assemblea annuale dei soci, parlando di HVO (Hydrogenated Vegetable Oil):

I biocarburanti e il biometano (compresso o liquefatto) sono soluzioni già disponibili per contribuire a decarbonizzare il trasporto pesante e le lunghe percorrenze, per i quali la transizione elettrica richiederà tempi lunghi di attuazione in quanto necessita da una parte del rinnovo del parco circolante e dall’altra l’implementazione di una sufficiente e capillare rete di ricarica elettrica nazionale ovvero breaktrhough tecnologici sulla durata delle batterie. In particolare l’HVO (Hydrogenated Vegetable Oil), diversamente dai biofuels tradizionali che hanno un limite massimo di miscelazione nei carburanti fossili molto contenuto, non presenta limiti di blending e può essere utilizzato da subito per i veicoli pesanti (autobus e autotreni) e le motorizzazioni più recenti già omologate per l’utilizzo di HVO al 100%. 

Weishaupt è già pronta per il futuro

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