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Fumi industriali: come vincere la sfida del taglio delle emissioni

12 luglio, 2022

I fumi industriali sono una delle principali cause ambientali di morte, in UE: a dichiararlo è la relatrice del Parlamento Europe Julie Girling. Secondo i dati del PE, l'inquinamento atmosferico provoca circa 400 mila morti premature all'anno in Europa ed è per questo che è necessario intervenire quanto prima per migliorare la qualità dell'aria. Ma cosa possono (e devono) fare, in concreto, le imprese italiane?

INDICE DEI CONTENUTI:

 

Agenda 2030 e nuovi valori limite per i fumi industriali

L’ONU ha stabilito, nell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, gli obiettivi strategici legati ad ambiente, economia e società che si intendono perseguire da qui al 2030, per rendere il mondo un luogo migliore in cui vivere. 

Il documento, sottoscritto da tutti i 193 Stati membri, contiene una serie di punti e interventi da mettere in atto nei prossimi anni. Tra questi, ce n'è uno che interessa direttamente imprese, fabbriche e infrastrutture e riguarda proprio i fumi industriali:  si tratta dell’adozione di tecnologie “pulite”, nel rispetto dell’ambiente e dei processi industriali.

Ed è proprio per favorire il raggiungimento di questi risultati che il Parlamento Europeo ha stabilito nuovi limiti nazionali per le emissioni delle principali sostanze inquinanti tra cui NOx, particolato e biossido di zolfo. 

 

Da dove arrivano le emissioni inquinanti?

Secondo l'Agenzia europea per l'ambiente, gli inquinanti provengono da varie fonti:

  • il particolato (PM), principalmente dal riscaldamento, dall’industria e dai trasporti;
  • il NOx, principalmente dai trasporti e dalle industrie;
  • il SOx, per lo più dalla produzione di energia e dai trasporti non stradali;
  • la quasi totalità delle emissioni di NH3 dall’agricoltura;
  • le emissioni di CO dal riscaldamento e dai trasporti;
  • la maggior parte delle emissioni di metano (CH4) dall’agricoltura, dai rifiuti e dall'energia.

Rispettare questi nuovi valori limite potrebbe aiutare a ridurre l'impatto dell'inquinamento atmosferico sulla salute di circa il 50% entro il 2030. Ma non si tratta di un'opzione facoltativa: l’efficienza energetica deve diventare il primo vero obiettivo a cui tutte le industrie devono puntare, nell’ottica di una crescita sostenibile.

A livello nazionale, è il D. Lgs. n. 152/2006 e successive modifiche a stabilire valori limite e livelli critici che le aziende devono rispettare, pena l'applicazione di sanzioni pecuniarie e la sospensione dell'attività fino all'adeguamento dei camini e degli impianti.

È necessario, quindi, cambiare l’asset energetico, favorendo l'impiego di fonti rinnovabili e rendendo più efficienti gli impianti e le fasi di processo. Vediamo come, in concreto, è possibile intervenire.

 

Migliorare la produttività e ridurre le emissioni: 4 cose da fare subito

  1. Cercare di ridurre i consumi, con una strategia attenta e oculata di risparmio energetico
  2. Sfruttare combustibili poco inquinanti, come il metano, oppure passare a fonti energetiche rinnovabili come il biogas. Hai mai sentito parlare di bruciatori misti o bifuel?
  3. Ottimizzare la combustione dotando l’azienda di tecnologie all’avanguardia (nel caso di acquisto di nuovi generatori e/o bruciatori)
  4. Provvedere regolarmente alla manutenzione o al revamping dei bruciatori esistenti

Nello specifico, gli ultimi due punti sono fondamentali se si vuole intervenire per ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera generate dalla propria azienda.

Dalla regolazione dell'ossigeno alla miscelazione del combustibile all'aria comburente, dalla riduzione della temperatura di fiamma al ricircolo dei fumi e al recupero del calore: questi sono solo alcuni degli aspetti da controllare e ottimizzare, per assicurarsi un bruciatore davvero efficiente e performante.

Puoi approfondire questi punti nella nostra guida gratuita.

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