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Normative e controlli sulle emissioni delle caldaie industriali

30 settembre, 2024

La gestione delle emissioni delle caldaie industriali è un nodo cruciale sia per l'efficienza operativa sia per la sostenibilità ambientale. In questo articolo cerchiamo di capire le cause principali delle emissioni inquinanti provenienti dalle industrie e facciamo un excursus sulle normative attualmente in vigore, analizzando le caratteristiche che dovrebbe avere bruciatore efficiente e che rispetta i requisiti di legge.

INDICE DEI CONTENUTI:

 

Emissioni caldaie industriali: quali sono le cause?

Una combustione in difetto d'aria, un focolare non correttamente dimensionato o una temperatura di combustione troppo elevata. Sono questi i principali responsabili delle emissioni di fumi inquinati da parte delle caldaie industriali.

Problemi facilmente risolvibili con una corretta e costante manutenzione del bruciatore, ma che spesso vengono trascurati a discapito dell'ambiente ma anche dell'efficienza dell'intero impianto.

Lo sai che un bruciatore che lavora male consuma molta più energia? E ciò si traduce in costi di gestione sempre più alti! Leggi questo articolo a proposito di "costi energetici e bruciatori industriali".

 

Normative sull'emissione di fumi inquinanti

A seconda della tipologia di inquinanti emessi dai camini industriali, esistono specifiche normative da rispettare. Di seguito sono elencate le principali, attualmente in vigore:

  • Direttiva 2010/75/UE (IED) sulle Emissioni Industriali - definisce i criteri basilari per l'autorizzazione e la supervisione dei grandi stabilimenti industriali, basandosi su un metodo integrato e sull'impiego delle migliori tecniche disponibili (conosciute come BAT) al fine di ottenere un alto standard di tutela ambientale. Questa norma va a regolamentare impianti che svolgono attività IPPC, grandi impianti di combustione, impianti di incenerimento e co-incenerimento dei rifiuti, impianti che adoperano solventi organici e impianti di produzione di biossido di titanio;
  • Direttiva UE 2015/2193 sugli Impianti di Combustione Medi - controlla le emissioni di anidride solforosa, ossidi di azoto e particelle, originati dalla combustione di combustibili in impianti con una potenza termica compresa tra 1 e 50 MW;
  • Direttiva Europea 2016/2284/UE sugli Impegni Nazionali per la Riduzione delle Emissioni Atmosferiche Antropogeniche (NEC) - riguarda le emissioni di inquinanti provenienti da tutte le fonti, inclusi biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili e ammoniaca, oltre a monossido di carbonio, metalli pesanti, inquinanti organici persistenti, idrocarburi policiclici aromatici, diossine e furani, policlorodifenili, esaclorobenzene e particolato fine e meno fine.

A queste si aggiungono altre normative nazionali come il Testo Unico Ambientale (D. Lgs. 152 del 3/04/2006 e Smi) che ha come obiettivo primario la promozione dei livelli di qualità della vita umana, da realizzare attraverso la salvaguardia e il miglioramento delle condizioni dell'ambiente e l'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali. Proprio in questo documento sono contenute, nella Parte Quinta, le Norme in materia di tutela dell’aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera” per quanto riguarda gli impianti industriali.

 

 

Come avviene il controllo delle emissioni?

A livello nazionale e locale vengono svolti periodicamente dei controlli dell'aria per individuare la presenza di inquinanti e la loro concentrazione nell'atmosfera.

Premesso che - come stabilito dal Codice Ambiente - tutti gli stabilimenti che producono emissioni devono richiedere un'autorizzazione prima di installare un nuovo impianto o di trasferirlo da un luogo all'altro o, ancora, di sottoporlo a modifica sostanziale, esistono particolari strumenti e registri che permettono di monitorare e controllare ciò che esce dagli impianti industriali.

Dal 2007, ad esempio, è attivo il Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti (E-PRTR), un registro aggiornato annualmente che permette di monitorare e controllare più di 30.000 complessi impianti industriali dislocati negli Stati membri dell'Unione europea oltre che in Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera, Serbia e Regno Unito (di cui oltre 3.000 siti in Italia). 

Leggi il nostro approfondimento sull'E-PRTR.

Inoltre, per una maggiore trasparenza e una maggior tutela dell'ambiente, il Regolamento CE 166/2006 stabilisce che ogni impianto industriale è tenuto a fornire informazioni alla propria autorità nazionale sulle quantità di inquinanti rilasciati nell'aria, nell'acqua e nel terreno. Questi dati riguardano 91 principali inquinanti tra cui metalli pesanti, pesticidi, gas serra e diossine, che sono specificati negli allegati I e II al Regolamento, assieme ai corrispondenti valori soglia per la dichiarazione.

 

Caratteristiche di un bruciatore efficiente e a basse emissioni

Che si tratti di una caldaia a vapore, di una caldaia per riscaldamento o di una ad alta potenzialità, in ogni caso l'impianto deve essere dotato di un bruciatore performante e sicuro. Ecco quali sono le caratteristiche che deve avere:

  • Camera di miscelazione adeguata, con suddivisione in fiamme primarie e secondarie. In questo modo si ha una temperatura all'interno della fiamma notevolmente ridotta e si riducono le emissioni di ossidi di azoto;
  • Regolazione dei giri, per adattare il numero dei giri del ventilatore alle effettive esigenze, con notevoli riduzioni dei costi energetici;
  • Ricircolo dei fumi, per inibire la formazione di NOx;
  • Regolazione O2 (anche in combinazione con la regolazione CO) per assicurare una continua sorveglianza dei fumi e ottimizzare gli NOx sull'intero campo di lavoro;
  • Manager digitale per controllare continuamente il processo di combustione e regolare la quantità ottimale di combustibile e comburente immessi nel processo di combustione stesso.

Vuoi approfondire l'argomento e capire quali sono le prossime mosse da fare, per ottimizzare la combustione del tuo bruciatore? Scarica la nostra guida gratuita.

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