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Inquinamento industriale: l'impatto delle normative sulle industrie e i prossimi step

22 settembre, 2022

Un'insieme di normative ambientali particolarmente rigorose, i continui miglioramenti nell’efficienza energetica, una transizione a processi produttivi meno inquinanti e sistemi facoltativi di riduzione dell’impatto ambientale. Sono questi i fattori che, negli ultimi anni, hanno permesso una netta riduzione dell'inquinamento industriale in Europa. Tuttavia la strada per l'impatto zero rappresenta ancora una sfida ambiziosa. Ecco quali sono gli step che gli operatori industriali devono affrontare.

INDICE DEI CONTENUTI:

 

Principali normative per ridurre l'inquinamento industriale

L'inquinamento ambientale causato dalle industrie è da imputare principalmente ai processi di combustione. È il bruciatore, infatti, il maggior responsabile dell'inquinamento atmosferico industriale

L’impatto ambientale delle industrie, poi, si riflette anche sulle falde acquifere, sul sottosuolo, sulla produzione di rifiuti e sui consumi energetici, per questo le normative che regolamentano e cercano di contenere gli inquinanti sono numerose e interessano tutti gli ambiti industriali.

Ecco un elenco delle principali direttive europee che hanno come scopo principale quello di limitare gli effetti negativi dell'inquinamento dovuto alle attività industriali su uomo e ambiente.

  • Direttiva sulle emissioni industriali (IED - Industrial Emission Directive) (2010/75/UE) definisce gli obblighi sulle emissioni per oltre 50.000 grandi impianti e fissa i valori limite per alcune sostanze inquinanti selezionate
  • Direttiva su impianti di combustione medi (2015/2193/UE) disciplina l'emissione di biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto e polveri da combustione di combustibile per impianti con potenza termica nominale maggiore o uguale a 1 MW e inferiore ai 50 MW
  • Direttiva sulle emissioni atmosferiche antropogeniche (NEC) (2016/2284/UE) stabilisce nuovi impegni nazionali per la riduzione delle emissioni di biossidi di zolfo, ossidi di azoto, ammoniaca, composti organici volatici e particolato fine
  • Direttiva sugli agenti cancerogeni e genotossici (2004/107/CE) quali arsenio, cadmio, mercurio, nickel e idrocarburi aromatici per i quali non è identificata una soglia al di sotto della quale non esista alcun rischio per la salute umana

A queste si aggiunge un'altra misura volta a monitorare e controllare più di 30.000 complessi impianti industriali di 33 Paesi: stiamo parlando del Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti (E-PRTR). Gli operatori industriali sono infatti obbligati a raccogliere tutti i dati sulle emissioni generate dal proprio impianto e a registrarle.

 

Impatto delle normative sulle industrie

Chi si è già messo a norma ha dovuto investire per ottimizzare la combustione, magari cambiando il combustibile principale utilizzato, oppure sostituendo il bruciatore con un nuovo modello, più performante.

Quali caratteristiche deve avere un bruciatore, per garantire un funzionamento sicuro, economico (dal punto di vista dei consumi energetici) che contenga le emissioni nei termini di legge e sia affidabile nel tempo? Scoprilo in questo articolo.

E chi non si è ancora adeguato? Ecco quali sono le prossime mosse che dovrà prendere in considerazione.

 

Riduzione inquinamento industriale: quali sono i prossimi step?

Secondo l'EEA - European Environmental Agency - negli ultimi anni, in Europa, le emissioni atmosferiche generate dal settore industriale sono decisamente diminuite. Tra il 2007 e il 2017 le emissioni complessive di ossidi di zolfo (SOx) sono diminuite del 54%, quelle di ossidi di azoto (NOx) di oltre un terzo e i gas a effetto serra derivanti dall’industria, comprese le centrali elettriche, del 12%.

L'obiettivo, però, è di farle calare ulteriormente, grazie all'utilizzo delle migliori tecniche disponibili (BAT) e all'attuazione delle direttive sulle emissioni. In particolare si punta a ridurre del 91% le emissioni di biossido di zolfo, dell'82% quelle di particolato e del 79% quelle di ossidi di azoto.

In concreto, cosa possono fare le industrie per raggiungere questi traguardi?

Adottare un approccio integrato che preveda:

  • Un rafforzamento dei controlli degli inquinanti direttamente alla fonte, con sistemi che permettano di monitorare il livello delle emissioni generate;
  • L'integrazione di nuove tecnologie innovative, soprattutto per quanto riguarda la combustione (come, ad esempio, l'utilizzo di combustibili biologici in abbinamento a quelli fossili considerando anche l'impiego di bruciatori bi-fuel o misti);
  • L'aggiornamento e l'adeguamento dei componenti esistenti, attraverso interventi di manutenzione straordinaria come la regolazione o revamping del bruciatore.

La strategia politica industriale europea prevede lo sviluppo di un'industria forte, in espansione, con ridotte emissioni nell'aria, nell'acqua e nel terreno, e in grado di generare una ridotta quantità di rifiuti.

Insomma un'industria efficiente e poco inquinante, come quella che abbiamo descritto nel nostro approfondimento. Se vuoi sapere come rendere la tua impresa in linea con gli obiettivi dell'Agenda 2030 scarica subito la tua copia gratuita in pdf.

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