I grandi impianti industriali sono tra i principali responsabili delle emissioni in atmosfera. Per limitare la quantità di sostanze nocive che possono compromettere e inquinare l’aria che respiriamo, l’Europa - e di conseguenza l’Italia - ha emanato severe normative che regolamentano le emissioni di industrie, fabbriche e impianti produttivi. Vediamole nel dettaglio.
INDICE DEI CONTENUTI:
- Emissioni industriali in atmosfera: il quadro normativo
- Per le emissioni in atmosfera serve l'autorizzazione
- Normativa emissioni in atmosfera: come rispettare i limiti, partendo dal bruciatore
Emissioni industriali in atmosfera: il quadro normativo
Le emissioni in atmosfera non sono tutte uguali. A seconda degli inquinanti che vengono rilasciati dai camini delle fabbriche, ci sono precise normative da rispettare. Ecco elencati i principali atti legislativi sulle emissioni in atmosfera, attualmente in vigore.
Direttiva 2010/75/UE (IED) sulle emissioni industriali
La IED stabilisce i principi fondamentali per l’autorizzazione e il controllo dei grandi impianti industriali, sulla base di un approccio integrato e dell’applicazione delle migliori tecniche più efficaci (note come BAT) per raggiungere un elevato livello di protezione ambientale.
Questa norma, recepita in Italia con il D. Lgs. 4 marzo 2014 n. 46, detta norme relative a:
- Installazioni che esercitano attività Ippc;
- Grandi impianti di combustione
- Impianti di incenerimento e co-incenerimento dei rifiuti
- Installazioni che utilizzano solventi organici
- Installazioni che producono biossido di titanio
Direttiva UE 2015/2193 sugli impianti di combustione medi
Questa normativa regola le emissioni di anidride solforosa, ossidi di azoto e polveri generate dalla combustione di combustibili in impianti con potenza tra 1 e 50 MW termici
Direttiva Europea 2016/2284/UE nuovi impegni nazionali per ridurre le emissioni atmosferiche antropogeniche (NEC)
Recepita in Italia con D. Lgs. 2018/81, la direttiva si applica alle emissioni delle sostanze inquinanti provenienti da tutte le fonti, compresi biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili e ammoniaca, oltre a monossido di carbonio, metalli pesanti, inquinanti organici persistenti, gli idrocarburi policiclici aromatici, diossine e furani, policlorodifenili, esaclorobenzene e materiale particolato più e meno fine.
Per le emissioni in atmosfera serve l'autorizzazione
L’articolo 269 del Codice Ambiente stabilisce che "per tutti gli stabilimenti che producono emissioni deve essere richiesta una autorizzazione ai sensi della parte V del presente decreto".
Quello che è importante sapere è che l'autorizzazione ordinaria, da presentare all'autorità competente (solitamente la Provincia) va richiesta:
- Prima di installare un nuovo stabilimento
- Prima di trasferire un impianto da un luogo a un altro
- Prima di sottoporre un impianto e/o un’attività a modifica sostanziale
Nel caso numero 3 rientra anche il cambio della caldaia o del bruciatore, in quanto le tecnologie di combustione adottate incidono sulla quantità di emissioni generate.
Se stai pensando di ammodernare il tuo impianto, devi anche conoscere quali sono le scadenze per l'adeguamento ai limiti emissivi:
A partire dal 1° gennaio 2025 e, in caso di impianti di potenza termica nominale pari o inferiore a 5 MW, a partire dal 1° gennaio 2030, i medi impianti di combustione esistenti sono soggetti ai valori limite di emissione individuati attraverso l'istruttoria autorizzativa prevista ai commi 3 e 4. Fino a tali date devono essere rispettati i valori limite previsti dalle vigenti autorizzazioni e, per i medi impianti di combustione che prima del 19 dicembre 2017 erano elencati all'allegato IV, Parte I, alla Parte Quinta, gli eventuali valori limite applicabili ai sensi dell'articolo 272, comma 1.
Ai fini dell'adeguamento alle disposizioni del presente articolo il gestore di stabilimenti dotati di un'autorizzazione prevista all'articolo 269, in cui sono ubicati medi impianti di combustione esistenti, presenta una domanda autorizzativa almeno due anni prima delle date previste al comma 5.
(art. 273 bis del D. Lgs. 152/06)
Normativa emissioni in atmosfera: come rispettare i limiti, partendo dal bruciatore
Il revamping o la sostituzione del bruciatore e/o il cambio di combustibile utilizzato sono interventi da mettere in atto quanto prima, se si vogliono rispettare le normative circa le emissioni inquinanti in atmosfera.
- Il revamping è un intervento che rientra tra le operazioni di manutenzione, anche se opera in maniera più profonda andando a sostituire una o più parti del bruciatore con nuovi componenti. È consigliato nel caso di bruciatori ancora funzionanti ma poco performanti.
- La sostituzione del bruciatore, invece, si rivela necessaria nel caso di impianti energivori e obsoleti. Leggi questo articolo per capire quando è il momento di cambiare bruciatore, se hai un impianto industriale a gas.
- In alternativa puoi anche andare ad agire sul combustibile: passare a un bruciatore misto, o bi-fuel, permette, semplicemente premendo un interruttore, di passare da gas a gasolio o ad altro combustibile come GPL e biogas. Ciò si traduce in un risparmio economico, a livello di approvvigionamenti energetici, ma anche in una maggiore attenzione per l'ambiente e le emissioni inquinanti.