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Valori limite Nox: novità sulle normative ambientali per le emissioni industriali

21 dicembre, 2023

Secondo i dati Eurostat, negli ultimi 30 anni le emissioni totali di Nox nei paesi Ue sono dimezzate, passando da quasi 16 milioni di tonnellate nel 1990 ai poco più di 6 milioni del 2019. La strada, però, è ancora lunga e le normative si fanno sempre più stringenti. Ecco quali sono attualmente i valori limite di Nox che le industrie devono rispettare e le soluzioni da mettere in pratica per assicurarsi impianti efficienti e poco inquinanti.

INDICE DEI CONTENUTI:

 

Emissioni inquinanti: il quadro italiano

L'Italia, come molti altri paesi dell'Unione Europea, si trova a dover fronteggiare una serie di sfide per quanto riguarda la gestione e la riduzione delle emissioni inquinanti di origine industriale.

L'industrializzazione intensa, soprattutto in alcune aree del Paese, ha portato negli ultimi decenni a un incremento delle emissioni di sostanze nocive come gli ossidi di azoto (NOx), con ripercussioni significative sulla qualità dell'aria e sulla salute pubblica.

La normativa italiana in materia di emissioni ha subito diverse evoluzioni nel corso degli anni, spesso in risposta alle direttive europee, portando risultati importanti in quanto a riduzione degli inquinanti in atmosfera. Tuttavia la situazione è ancora critica: più di 50 comuni italiani, nel 2019, hanno superato i limiti di NO2 stabiliti dall'OMS.

Per questo motivo si sono intensificate le misure di controllo e i valori limite per le emissioni industriali si sono fatti sempre più stringenti, al fine di incentivare le aziende ad adottare tecnologie più pulite e pratiche sostenibili.

 

Normative ambientali: novità e valori limite

La lotta contro l'inquinamento atmosferico è un obiettivo chiave non solo a livello nazionale, ma anche regionale e locale.

Molti Comuni italiani hanno intrapreso iniziative specifiche per monitorare e ridurre le emissioni inquinanti, ad esempio attraverso l'installazione di stazioni di monitoraggio della qualità dell'aria e l'adozione di piani per la mobilità sostenibile. Queste misure locali, insieme agli sforzi a livello nazionale e alla collaborazione con le controparti europee, rappresentano passi importanti verso una gestione più efficace dell'inquinamento atmosferico in Italia.

L'art. 271 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 stabilisce i "Valori limite di emissione e prescrizioni per gli impianti e le attività". In particolare:

Per gli impianti e le attività degli stabilimenti anteriori al 1988, anteriori al 2006 o nuovi l'autorizzazione stabilisce i valori limite di emissione e le prescrizioni, anche inerenti le condizioni di costruzione o di esercizio ed i combustibili utilizzati, a seguito di un'istruttoria che si basa sulle migliori tecniche disponibili e sui valori e sulle prescrizioni fissati nelle normative di cui al comma 3 e nei piani e programmi di cui al comma 4. 

L'autorizzazione degli stabilimenti anteriori al 1988, anteriori al 2006 e nuovi può sempre stabilire, per effetto dell'istruttoria prevista dal comma 5, valori limite e prescrizioni più severi di quelli contenuti negli allegati I, II, III e V alla parte quinta del presente decreto, nelle normative di cui al comma 3 e nei piani e programmi di cui al comma 4.

Riportiamo di seguito le tabelle allegate al Decreto.

Medi impianti di combustione esistenti alimentati a combustibili gassosi (valori previsti dalla normativa vigente prima del 19 dicembre 2017, da rispettare ai sensi dell'articolo 273-bis, comma 5, ultimo periodo) e impianti di combustione di potenza inferiore a 1 MW. Valori riferiti ad un tenore di ossigeno nell'effluente gassoso del 3%.

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Dal Decreto legislativo 3 aprile 2006  n. 152

Medi impianti di combustione esistenti alimentati a combustibili gassosi, valori da rispettare entro le date previste all'articolo 273-bis, comma 5 (a partire dal 1° gennaio 2025 e, in caso di impianti di potenza termica nominale pari o inferiore a 5 MW, a partire dal 1° gennaio 2030). Valori riferiti ad un tenore di ossigeno nell'effluente gassoso del 3%.

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Dal Decreto legislativo 3 aprile 2006  n. 152

Medi impianti di combustione nuovi alimentati a combustibili gassosi.

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Dal Decreto legislativo 3 aprile 2006  n. 152

Va ricordato che la conformità a tali normative può variare notevolmente da una regione all'altra, e da una provincia a un'altra, e la vigilanza sulle emissioni industriali è una responsabilità condivisa tra autorità locali e nazionali. È quindi necessario documentarsi attentamente, per essere sicuri di rispettare tutti i limiti esistenti.

Sempre a proposito di emissioni inquinanti:

A partire dal 1° gennaio 2025 e, in caso di impianti di potenza termica nominale pari o inferiore a 5 MW, a partire dal 1° gennaio 2030, i medi impianti di combustione esistenti sono soggetti ai valori limite di emissione individuati attraverso l'istruttoria autorizzativa prevista ai commi 3 e 4. 

In che cosa consiste l'autorizzazione e da chi è rilasciata? Te lo spieghiamo qui.

 

Come ottimizzare la combustione per ridurre le emissioni

La maggior parte delle emissioni inquinanti proviene dalle industrie, e di conseguenza dall'attività del bruciatore, utilizzato per il riscaldamento o per le fasi di processo. Per ridurre significativamente le emissioni di ossidi di azoto (NOx) e altre sostanze nocive è fondamentale intervenire per ottimizzare la combustione.

Uno degli interventi più efficaci è il controllo dell'aria di combustione. Un rapporto ottimale tra combustibile e ossigeno può minimizzare la formazione di NOx, garantendo al contempo un'elevata efficienza energetica. I bruciatori di ultima generazione, a gas, gasolio, olio o misti, sono dotati di un manager digitale capace di monitorare e regolare in tempo reale il rapporto aria/combustibile (approfondisci qui la regolazione automatica O2 nei fumi), migliorando l'efficienza della combustione e riducendo le emissioni nocive.

Anche la scelta di combustibili a basso impatto ambientale può fare la differenza. L'utilizzo di gas naturale o biogas, ad esempio, può ridurre significativamente le emissioni rispetto ai combustibili fossili tradizionali. Ma attenzione: prima di passare ai combustibili biologici ci sono alcune cose che devi sapere.

A questi due aspetti si aggiunge anche un terzo fattore, legato alla regolare manutenzione e alla modernizzazione degli impianti di combustione esistenti. Una manutenzione adeguata può assicurare bruciatori sempre efficienti e conformi alle normative sulle emissioni. Allo stesso modo, l'aggiornamento di impianti obsoleti con tecnologie più moderne può rappresentare un investimento significativo per la riduzione delle emissioni a lungo termine. Anche l’efficienza delle apparecchiature di sicurezza e controllo è un aspetto da valutare inoltre regolato da norme di legge.

Hai mai sentito parlare di revamping del bruciatore?

La strada verso una riduzione significativa delle emissioni inquinanti è ancora lunga e richiede un impegno congiunto da parte delle autorità pubbliche, delle industrie e della società civile. L'adozione di tecnologie innovative, l'investimento in ricerca e sviluppo e una continua sensibilizzazione degli imprenditori - oltre che dei cittadini - possono contribuire a garantire un futuro più sostenibile e un'aria più pulita per tutti.

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